Elettra Bedon

 

Poesie

 

 

“fui una viottola un tempo …”

diceva Bertolucci

e si pensa alla campagna

 

io mi son fatta viottolo di montagna

io mi son fatta silenzio

verde                scuro                fresco

quando si ascolta il proprio passo

ritmato

sull’ ansito leggero

 

io mi son fatta solitudine

canto accorato in lontananza

 

tu, dove sei?

 

 

 

… e poi, verso dove?

la pelle della terra si spacca

non regge la corsa di uomini insensati

protesi ad arraffare

a possedere

 

i loro sogni – diventati indistinti –

sulle dita

sono polvere di ali di farfalla

che non può più volare

 

 

 

la terra rossa colora la scarpata

incoronata di verde

e il mare

-indefinito mare –

che respira

 

il tempo

(e sembra di poterlo

addomesticare)

si adagia sinuoso

lungo le coste

 

tu

hai suole di vento

e il silenzio

ha il rumore dei tuoi passi andati

 

 

 

come cielo prima dell’ alba

come lamento

di battello nella nebbia

come sabbia

spogliata dalla bassa marea

come una vecchia casa

che crolla su se stessa

come fili di tela di ragno

 

noi siamo, e passiamo

 

 

 

i ricordi

punte di iceberg emergenti

nello scorrere immobile del tempo

che li sbiadisce

li rende evanescenti –

 

fermare il tempo:

come afferrare e trattenere il vento

 

 

 

 

LETTERATURA CANADESE 2

 

LETTERATURA CANADESE

 

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