LO  STRANIERO   DI  ALBERT  CAMUS

 

Egidio Marchese

 

emarchese@primus.ca

 

 

 

L' étranger / Lo straniero (1942) di Albert Camus (1913-1960), vincitore del Premio Nobel del 1957, è un'opera originale della cultura moderna. Non è propriamente un compte philosofique della tradizione dei filosofi moralisti del Settecento, come vorrebbe Jean-Paul Sartre nel suo saggio critico del rivale del 1943. La modernità di Camus lo accomuna ai filosofi dell'esistenzialismo. C'è un pessimismo congenito in fondo all'animo del protagonista Meursault, un'angoscia esistenziale: quel suo sottile senso fatale della morte connesso al suo amore per la vita, che alla fine esplode contro il prete che lo invitava a redimersi, alla vigilia della sua esecuzione, un'esplosione di collera e di gioia (Je déversais sur lui tout le fond de mon cœur avec des bondissements mélés de joie et de colère). Il romanzo di Camus, secondo le definizioni dello stesso autore nel saggio Le mythe de Sisyphe, è un romanzo dell' assurdo. Rilevante è la lezione dell'assurdo di Luigi Pirandello

 

Il titolo L' étranger indica lo stato di alienazione del protagonista, e ci fa ricordare i versi di Ungaretti: "Il mio supplizio / è quando / non mi credo / in armonia". Meursault ha questo supplizio ungarettiano nascosto dentro, che esplode alla fine come abbiamo anticipato. Fino a quel punto (a parte lo sconforto quasi esclusivamente fisico durante il funerale della madre) appare piuttosto l'armonia del protagonista, quella di un suo semplice accordo tra spirito e corpo, o l'accordo con la sua ragazza Maria, quando nuotavano insieme (nous nous sentions d'accord dans nous gestes et dans notre contentement).

 

Quando manca l'armonia di un equilibrio, il protagonista ha un senso di malessere e di smarrimento, come nella corsa disordinata dietro a un camion (J'etais noyé dans le bruit et la poussière. Je ne voyais plus rien et ne sentais que cet élan désordonné de la course).Il mondo di Meursault è fatto di sensazioni del presente, più che di sentimenti o di pensieri (j'avais une nature telle que mes besoins physiques dérangeaient souvent mes sentiments).

 

Egli tradisce il suo profondo pessimismo con un atteggiamento di passiva indifferenza. La frase più frequente nel romanzo è proprio questa: ça m'était égal - per me era lo stesso. Partire o restare, sposare Maria o non sposarla, se l'amava o non l'amava, essere amico di Raymond o no, andare a Parigi o restare ad Algeri, ecc. tutto era la stessa cosa... ça m'était égal.

 

Il protagonista tende sempre a essere in armonia con sé e gli altri, tutt'altro che straniero, en-raciné nella sua Algeri anziché  dé-raciné. Ci appare come un giovane semplice e anche socievole: quando la domenica al balcone osservava la gente che passeggiava, le ragazze lo salutavano; si intrattiene con il vecchio Solano e lo conforta; va volentieri al mare in compagnia degli amici, va al cinema con Emmanuel e con Maria, è gentile con Masson dicendogli che la sua casa era carina, trova il suo padrone gentile (aimable), gli dispiace perfino di chiedere un congedo per i funerali della madre, quasi scusandosi... non era colpa sua. Il supplizio ungarettiano  emerge e si trasmette al lettore quando Meursault non è più in armonia con la società, quando viene giudicato come un mostro e condannato a morte. Ma il suo delitto era stato solo un atto inconsulto, un atto assurdo, cui il protagonista viene agganciato per sempre, come tanti personaggi di Pirandello.

 

Il dramma ha il suo culmine alla fine della prima parte del romanzo, quando avviene l'omicidio, e alla fine della seconda parte, quando si approssima l'ora dell'esecuzione della pena di morte. Meurchault ha sparato e ucciso perché era in uno stato di malessere e di stordimento sotto il sole infuocato nella spiaggia di Algeri. Si svolge una drammatica, quasi epica lotta dell'uomo contro le forze della naturadel destino, una lotta per trionfare sul sole (....je sentais son grand souffle chaud sur mon visage, je serrais le dents, je fermais les poings dans le poches de mon pantalon, je me tendais tout entier pour triompher du soleil...).

 

Alla fine in prigione, in prossimità della morte, dopo l'esplosione di collera contro il prete che lo vuole redimere, subentra un sublime momento lirico di calma e di pace,  Meursault si sente purificato da ogni male e vuoto di ogni speranza, si concilia con la tenera indifferenza del mondo, è stato felice e si sente felice ancora. (Comme si cette grande colère m'avait purgé du mal, vidé d'espoir, devant cette nuit chargée de signes et d'étoiles, je m'ouvrais pour la première fois à la tendre indifférence du monde. De l'éprouver si pareil à moi, si fraternel enfin, j'ai senti que j'avais été heureux, et que je l'étais encore).

 

L' étranger di Camus è un capolavoro della letteratura moderna, da cui è stato tratto l'altro capolavoro del film di Luchino Visconti con protagonista Marcello Mastroianni.

 

 

LETTERATURA CANADESE E ALTRE CULTURE

 

BIBLIOSOFIA