Il segreto di Luca di Ignazio Silone

Contro l’eccesso di comunicazione

 

La trama del romanzo Il segreto di Luca (1956) di Ignazio Silone si intesse attorno ad alcuni temi che sono istanze profonde della narrazione: il tema della verità, della sua frequente inverosimiglianza; il tema del segreto, del suo ingrandire a dismisura tutto quello che nasconde nel cuore di chi lo porta, e del suo distorcerlo agli occhi di chi non sa; il tema della comunicazione, che richiede un’apertura reciproca, che di solito manca.

Il piccolo Andrea Cipriani, aiutando segretamente la madre analfabeta di un ergastolano nella corrispondenza col carcere, vive un’esperienza fondamentale che segnerà l’intero corso della sua esistenza. Nella certezza materna dell’innocenza del figlio, che tutti giudicano colpevole, il ragazzo si fa a sua volta certo di quell’innocenza di cui pure non gli è data alcuna prova. E’ la prima esperienza della comunicabilità delle anime, tramite la quale si rivelano a lui--con forza tale da farne per sempre un diverso--la naturale ingiustizia del mondo e il doppiofondo dell’esistenza umana.

Quando, adulto, dopo l’esilio e la lotta, ritorna al suo paese, vi incontra Luca l’ergastolano, appena liberato dalla confessione in punto di morte del vero colpevole, ma ancora oscuramente rifiutato da tutta la comunità del luogo, e dal canto suo chiuso nel silenzio sulla sua storia. E Andrea cerca in tutti i modi di chiarire il mistero di una vicenda di quarant’anni prima, e soprattutto di scoprire perché Luca innocente abbia rifiutato di difendersi. Un po’ alla volta, con ostinata fermezza e con molte difficoltà perché, come il protagonista ammette, "dietro ogni storia ce n’è sempre un’altra" ed è difficile sapere quale sia la vera, Andrea mette insieme indizî e testimonianze che lo avvicinano sempre più alla verità, ma soprattutto costruisce un rapporto di comunicabilità con Luca, che infine si può raccontare a lui senza remore, infranta la barriera che lo separava da tutti gli altri.

Il nucleo del segreto di Luca è una storia d’amore: l’amore per una donna sposata, un amore puro e impossibile perché i due condividono profondamente la morale comune. Un amore che sarebbe stato dichiarato a tutti se colui che era ingiustamente accusato di omicidio avesse invocato le possibili testimonianze a suo favore. Ma Luca rifiuta di comunicare ad un ambiente che non capirebbe, rimane fedele senza riserve alla situazione disperata in cui la vita lo ha collocato, all’amore che ha assunto su di lui un potere assoluto. In questo la sua logica è totalmente altra rispetto a quella vigente attorno a lui, la quale ha alla base un eccesso di comunicazione, soprattutto in amore. Infatti il vecchio giudice, cui Andrea si rivolge nella sua inchiesta, si mostra totalmente incapace di intendere Luca: "se qui si ricercano le avventure, è più che altro per poterle riferire". Siamo qui dunque in presenza, secondo Silone, di una distorsione di eccezionale portata del senso genuino della comunicazione, e di questo Luca è pienamente cosciente. Poiché il suo comportamento di chiusura agli altri, il suo non rispondere alle domande non dipendono da un pudore o da una riservatezza che hanno "diritto ad un certo rispetto", come ritiene don Serafino, terzo personaggio del romanzo in ordine d’importanza, ma dal sentire che "a raccontare certi fatti, si muta il loro senso". Ciò che Luca non è disposto ad accettare, a causa della sua fedeltà al senso dei fatti. Solo quando comprende di avere un interlocutore in grado di recepire il senso dei fatti al modo in cui il senso è, solo allora, ricostruita la comunicabilità, Luca si può dire.

Fabio Brotto www.bibliosophia.homestead.com/Copertina.html